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Omaggio a Zaffiria di Federico TaddiaGuardare la tv, leggere il giornale, ascoltare la radio. Ma anche leggere la radio, accendere un giornale e ascoltare la tv. E poi sfogliare una tv, alzare il volume ad un giornale e dare più colore alla radio. Per prendere una notizia e capirla, studiarla, cambiarla, tagliarla, friggerla, condirla, riscriverla, cancellarla, mimarla, urlarla, ridarla, sottolinearla, affettarla, incollarla… Farla propria, insomma. Usando mani, bocca, orecchie, naso, occhi, testa e cuore. Zaffiria è questo: un centro per l’educazione ai mass media. Un luogo dove si danno informazioni sull’informazione, dove si fa formazione e deformazione sull’informazione, dove i media vengono zittiti per un attimo così da poterli capire e interpretare. Un vorticoso e saporito incrocio di teste, pensieri, punti interrogativi e esclamativi, teorie e pratiche, studi e laboratori, parole vecchie e parole nuove. Zaffiria non nasce per insegnare e nemmeno per educare: nasce per stimolare nei bambini e nei ragazzi l’idea che i mass media sono uno strumento. Bello e brutto, facile e difficile, grande e piccolo, antico e moderno, colorato e in bianco e nero, silenzioso e rumoroso. Uno strumento che va conosciuto, incontrato e scontrato per far sentire la propria voce. E Zaffiria è la voce di tanti bambini, che possono parlare di loro, dei loro diritti, dei loro sogni e delle loro fatiche, delle loro paure e dei loro desideri attraverso un cartone animato, un videoclip, un cortometraggio, la pagina di un giornale, uno spot radiofonico, un sito internet o un pupazzo in 3D. Zaffiria è tutto questo: una parola per animare e far vedere le parole. Le grandi parole dei più piccoli. Federico Taddia |